Si tratta di condizioni provocate da diagnosi non corrette, da interventi chirurgici eseguiti male o da prescrizioni di farmaci che associati ad altri medicinali interagiscono negativamente sull'organismo del paziente con conseguenze anche gravi.
La casistica è veramente varia e le conseguenze negative che ne derivano pregiudicano altamente le condizioni fisiche di un soggetto tanto da provocarne persino il decesso. Le ipotesi sono tante ma il paziente stesso o i parenti della vittima, possono avvalersi di un risarcimento in tutte le sue sfaccettature ossia per danni fisici, per le spese mediche sostenute o per qualsiasi altro tipo di discapito subito.
Naturalmente, tutto andrà provato con un'accurata documentazione che verrà presentata alle autorità competenti se la domanda di risarcimento non avrà buon esito tra le parti.
Risarcimenti chiesti direttamente al soggetto responsabile.
Il primo passo da fare è quello di rivolgersi direttamente al medico che ha effettuato l'intervento o che ha prescritto un farmaco sbagliato. Se il professionista in questione è un dipendente di una struttura ospedaliera, la domanda di risarcimento per i danni subiti si può eseguire anche presso la struttura in questione specificando il nominativo del Medico e le cause che hanno danneggiato il paziente.
Alla domanda dovranno essere allegate le fotocopie di altre visite eseguite presso altri specialisti che confermano un intervento errato e le conseguenze sul paziente. Prima di depositare domanda di risarcimento danni è opportuno rivolgersi ad un Medico legale con le competenze esatte per poter constatare il danneggiamento. Tale specialista stilerà un documento che conferma il caso di errore sanitario dopo aver preso visione della cartella clinica opportunamente richiesta alla struttura ospedaliera.
Una volta che il medico sospettato o la struttura ha ricevuto la perizia scritta, si intraprenderà un percorso in cui sarà presente una compagnia assicuratrice che a sua volta incaricherà un secondo medico legale che dovrà accertare l'evidenza del danno. Di solito, quando la controparte registra l'effettiva presenza di un danno fisico, si procede ad un tentativo di conciliazione e laddove le parti non riescano a mettersi d'accordo, si interverrà presso un Giudice civile per cercare di concludere la questione in modo equo.
Cosa dimostrare per ottenere il risarcimento.
Quando un paziente si rivolge ad uno specialista per usufruire delle sue cure e della sua competenza è come se tra le due parti si instaurasse un contratto anche se non c'è nulla di scritto. Tale contratto metterà in primo piano il professionista che a sua volta dovrà procurarsi delle prove che attestino che ciò che è avvenuto non è stato causato dalla sua imperizia o dalla scarsa capacità di esercitare con prudenza.
Tutta la documentazione presentata da entrambi le parti, darà vita ai presupposti che hanno causato il peggioramento dell'ammalato o il suo decesso. Il reato è quello di lesioni personali colpose 'art. 590 codice penale' o omicidio colposo 'art. 589 codice penale' se è sopravvenuta la morte del paziente.
Cosa prevede la legge attuale in materia.
Le attuali norme legislative prevedono che qualsiasi specialista abbia causato un danno ad un paziente, debba opportunamente rimborsarlo con dei risarcimenti patrimoniali o non patrimoniali adeguati al discapito subito.
Tuttavia, è doveroso fare la differenza tra danno ed indennizzo infatti, quest'ultimo è previsto qualora non vi sia un danno ingiusto ma che potrebbe portare ad un risultato futuro a sfavore del paziente. I danni subiti dal paziente potranno essere biologici, morali ed esistenziali. Prima di risarcire il danno verranno ampiamente valutate le condizioni di invalidità del paziente che possono essere temporanee o permanenti nonostante l'uso delle terapie.
Ad ogni grado di invalidità verrà attribuito un punteggio in percentuale e la monetizzazione avverrà calcolando ogni giorno di invalidità temporanea. Nell'ambito della responsabilità medica, il calcolo del risarcimento avviene dal giorno in cui si è verificato il discapito ossia dal momento dell'intervento o dalla dimissione dalla struttura con una diagnosi errata.
Se invece il soggetto non si accorge nell'immediato del danno subito, il calcolo comincia dal momento in cui i sintomi possono essere ricollegati a quella specifica prestazione medica.