L’esfoliazione provocata dev’essere abbastanza profonda da eliminare le affezioni cutanee e gli inestetismi che si vogliono correggere, ma nello tempo abbastanza superficiale da consentire la rigenerazione della cute. Tale cute rigenerata normalmente presenta meno irregolarità di quella “vecchia”.
Quando si pratica?
Le principali indicazioni al peeling chimico sono le varie manifestazioni dell’invecchiamento cutaneo, (rughe, macchie, ecc.), e alcuni esiti cicatriziali di processi infiammatori come l’acne.
Il peeling chimico, tuttavia, non è molto efficace nel trattamento delle rughe profonde e/o di cicatrici importanti.
Quando non si pratica?
Se c’è herpes simplex in fase attiva, nelle collagenopatie, nelle cicatrici post-chirurgiche in fase di riepitelizzazione, nelle dermatosi.
Ma non si usa neanche per eliminare aree di cute lassa o cascante, (il peeling non sostituisce il lifting!).
Come si applica?
Il peeling più utilizzato è quello all’acido glicolico, al 50% o al 70%. Recentemente viene utilizzato anche quello all’acido salicilico; entrambi sono peeling superficiali, che possono essere praticati ogni 7-15 giorni.
La procedura di applicazione inizia con una accurata detersione delle aree da trattare. Segue quindi l’applicazione dell’acido, che verrà neutralizzato dopo alcuni minuti.
Il peeling superficiale di solito produce un eritema seguito da desquamazione, che termina entro 5 giorni dall’applicazione.
Molto importante, nei giorni seguenti l’applicazione, è l’idratazione della pelle e l’utilizzo di creme lenitive come l’ossido di zinco; vanno inoltre utilizzate creme con filtri solari per proteggere la pelle. Naturalmente è necessario evitare accuratamente di grattarsi, stofinarsi o tirarsi la pelle.
Nei giorni precedenti l’applicazione, invece, e dopo alcuni giorni dall’applicazione stessa, possono essere applicate creme a base di acido glicolico, (al 5-10%), che preparano la pelle all’applicazione e ne mantengono i risultati.
