Tra le donne la causa più comune è la gravidanza, o meglio un malposizionamento del feto o una restrizione delle pelvi: di solito compare durante il sesto mese e continua fino al momento del parto. In base all'area che colpisce, esistono diverse classificazioni della pubalgia: se interessa i muscoli del basso addome e del bacino viene definita sindrome della guaina del retto addominale, mentre se interessa i muscoli adduttori della coscia si chiama tendinopatia inserzionale. Infine, nel caso che venga causata da sollecitazioni continue degli adduttori sull'articolazione del bacino viene chiamata sindrome sinfisaria.
È la pubalgia causata nella maggior parte dei casi da allenamenti basati su esercizi ripetuti nel tempo.
Esattamente come esistono diverse classificazioni e cause della pubalgia, ci sono numerose cure che possono risolvere questo disturbo. Innanzitutto, soprattutto nel caso degli sportivi, è previsto un periodo di riposo di almeno 20 giorni, a cui si deve associare una guaina contenitiva elastica nell'area colpita dal dolore finché i sintomi non scompaiono.
Nei casi meno gravi si possono anche evitare i farmaci (quasi sempre antiinfiammatori e miorilassanti) per adottare invece dei rimedi naturali. Tra questi riveste una grande importanza lo zenzero: si tratta di una delle spezie dalle maggiori proprietà antiinfiammatorie. Sono addirittura pari a quelle del cortisone, ma senza eventuali effetti collaterali. Si trova in commercio anche in compresse o in capsule e si consiglia di assumerne 200 mg al giorno in caso di dolori molto intensi. Sempre in compresse o capsule, si trovano anche l’artiglio del diavolo e l’arnica montana; tuttavia, è più pratico l'uso delle pomate, applicandole 2 – 3 volte al giorno attraverso un leggero massaggio nella zona interessata dalla pubalgia. Un rimedio naturale molto semplice è anche la curcuma: antitrombotico e antinfiammatorio, viene assunta per bocca tramite compresse o capsule due volte al giorno con dosi di 400 mg. Tuttavia, si sconsiglia questa cura alle persone che soffrono di ulcera o che seguono una terapia a base di farmaci ipoglicemizzanti orali.
Una terapia molto semplice è la crioterapia, che prevede di raffreddare l'area del pube e dell'inguine per alleviare il dolore. Anche in questo caso il metodo di applicazione varia a seconda della gravità del disturbo: se la pubalgia non è grave basta applicare del ghiaccio a casa; in caso contrario, è bene rivolgersi a un centro specializzato per la crioterapia.
Un altro trattamento per la cura della pubalgia è l'Ozono Terapia, praticata nei centri SaluteOK. Si tratta di una terapia inventata alla fine dell'Ottocento, che si basa sulla somministrazione al paziente di una miscela di ossigeno e ozono allo stato gassoso ad alta concentrazione. Assolutamente indolore, non ha effetti collaterali o controindicazioni ed ha enormi capacità antinfiammatorie e antidolorifiche. Per favorire al massimo l'azione antiinfiammatoria l'ossigeno-ozono viene somministrato per via intrarticolare o sottocutanea: infatti, dato che viene utilizzato anche nella medicina estetica, i risultati dell'Ozono Terapia dipendono essenzialmente dalla scelta del metodo di somministrazione.
Una volta posto rimedio alla pubalgia, comunque, il paziente deve effettuare esercizi di riabilitazione e di potenziamento dei muscoli. Sono tutti esercizi di stretching da mettere in pratica dietro consiglio medico.