COME SI MANIFESTA
Per far diagnosi di piede piatto occorre un esame clinico, (con la positività di alcuni tests, come quello della mancata correzione del valgismo del tallone e della volta plantare quando il paziente si erge sulle punte), un esame al podoscopio, (per valutare l’appoggio plantare),ed eventualmente una radiografia dei piedi sotto carico, (cioè in stazione eretta).
Sull’uso di plantari, (rieducazione statica), nella cura del piattismo esistono pareri discordanti: mentre nell’adulto avrebbero essenzialmente un’azione preventiva, (il piattismo è infatti considerato una condizione pre-artrosica), nel bambino aiuterebbe la correzione, o quantomeno eviterebbe un peggioramento, anche se non bisognerebbe eccedere con l’uso, per non sottrarre le sollecitazioni positive date dal contatto tra il suolo e il piede, (le cosiddette “informazioni propriocettive”).
COSA FARE
Accordo unanime invece sulla cosiddetta rieducazione dinamica, cioè sugli esercizi da far fare al bambino:
- pedalare togliendo le palette ai pedali del triciclo;
- camminare sulle punte, sui talloni, sul margine esterno dei piedi;
- camminare a piedi nudi sulla sabbia;
- afferrare piccoli oggetti con le dita dei piedi;
- stropicciare con le dita dei piedi un panno steso a terra;
- utilizzare zoccoli con la fibbia larga, (in maniera che il bambino, per non perdere lo zoccolo, è costretto ad esercitare una trazione con le dita dei piedi sul rilievo dello zoccolo).
Tutti questi esercizi vanno cominciati intorno ai 4-5 anni di vita.
Raramente, infine, il piattismo può comparire in età adulta, a causa dell’obesità, (specie in soggetti con predisposizione rappresentata da lassità legamentosa), o a causa di squilibri muscolari, (patologie neurologiche, come ad esempio la spina bifda), o ancora a causa di prolungati periodi di inattività degli arti inferiori, (in questo caso sarebbe opportuno prevenire tale evenienza con l’uso di plantari specifici).
Solo in casi estremi può essere presa in considerazione la possibilità di un intervento chirurgico.